martedì 21 febbraio 2017

Lombardia Trentino


COSTUMI LOMBARDIA

Una ricchezza culturale inestimabile è rappresentata dalla varietà del costume tradizionale locale: non solo ogni paesino ne possedeva uno diverso, ma la cura e la preziosità nella decorazione, nei materiali e nella fattura ne fanno un fiore all’occhiello dell’artigianato locale.

Premana (LC) è l’unico paese della Lombardia dove il costume tradizionale è tuttora utilizzato abitualmente, anche se ormai da un’esigua parte della popolazione. Stiamo parlando dei vari modelli:

“OL MOREL”Questo costume, una volta esclusivamente abito nuziale, oggi è indossato in occasioni di matrimoni dalle invitate. Esso è composto da vari capi: lungo vestito senza maniche in stoffa color blu portato sopra la tradizionale camicia. E' aperto sul davanti, dove viene inserita una pettorina ricamata  e sul retro due nastri rossi arricciati scendono dalle spalle alla vita. Sulle spalle viene portato un foulard dai colori e dalle fantasie uguali a quelli del grembiule.

 “OL VESTIDEL”Il vestito tradizionale più antico di Premana è il “véstidèl”, indossato tutti i giorni e confezionato con il “mezzalan”, un robusto tessuto prodotto localmente e usato anche per i calzoni e per le coperte, tessuto con l'ordito di canapa e trama di lana e di color marrone bruciato o nero. Composto da un abito senza maniche, indossato sopra a una camicia bianca. E’ aperto sul davanti, dove viene inserita una pettorina il cui colore variava in relazione ai tempi liturgici. Il “vestidel” precede il “coton”, abito che con il passare del tempo sostituirà completamente l’utilizzo del “vestidel”. Completano il costume un foulard di cotone e un grembiule fantasia scuro, “ol scosal”, lungo quanto la gonna. Con il “vestidel” si indossavano le pantofole (gli “scapîn”) con toma di velluto e suola in gomma pesante), fino a pochi anni fa utilizzate da giovani e adulti di entrambi i sessi.

 “OL COTON”Costume un tempo usato quotidianamente da tutte le donne, ora è abitualmente indossato da alcune signore di una certa età. E' più recente e più leggero del “Morel”; è un vestito senza maniche in stoffa di tinte diverse ma tendenzialmente scure. Anche questo costume è indossato sopra la camicia tradizionale, ma in questo caso non si usa la pettorina: vi è una gonna finemente plissettata con metodi tradizionali e sopra vengono portati foulard e grembiule.

 “OL STRASCIÖÖL”Partecipando alle feste liturgiche la donna si copriva il capo con “ol strasciööl“, una vera opera d’arte. Era di lino o di cotone bianco e ogni donna lo personalizzava decorandolo a mano con pizzo e Milanova. Veniva soprattutto indossato dalle spose, nel giorno delle proprie nozze, o durante la processione del Corpus Domini, tradizione che si è mantenuta fino ai giorni nostri.

 

 

 

mercoledì 15 febbraio 2017


Lombardia e Trentino Alto Adige

Ricerca di Chiara Federico e Marco – febbraio 2016

Gastronomia e ricette tipiche

Per questo progetto, abbiamo deciso di cucinare insieme due ricette regionali tra le piu’ famose.

Per il Trentino Alto Adige abbiamo scelto lo Strudel, che è un dolce arrotolato costituito da una sfoglia ed un ripieno che può essere sia dolce, che salato. Il nome Strudel significa vortice ed indica proprio l'impasto che viene arrotolato e che al centro della sfoglia si presenta, appunto, come un vortice.

Noi l’abbiamo preparato nella versione classica, dolce, a base di mele, pinoli, uvetta e cannella.

Ecco le fasi della preparazione

Ingredienti:

3 mele della Val di Non – pinoli - uvetta - cannella - pasta sfoglia (già pronta!)- zucchero q.b.

 

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Abbiamo tagliato le mele a cubetti

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e dopo aver steso la pasta sfoglia sulla teglia, abbiamo messo sopra tutti gli ingredienti mescolati.

Abbiamo chiuso il fagottone, facendo quattro tagli sopra per evitare che si gonfi e infornato a 180° per mezz’ora

 

 

 

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Intanto che cuoce, torniamo in Lombardia, preparando la cotoletta alla milanese.

Piatto tipico della cucina meneghina, la cotoletta è al centro di una disputa accademica fra la cucina italiana, che appunto la considera "milanese", e la cucina austriaca, secondo cui sarebbe solo una versione della Wiener Schnitzel viennese.

Ingredienti:

Uova  - Costolette di vitello (con osso) - Burro  - Sale  q.b. - Pangrattato

 

 

Abbiamo sbattuto le uova con il sale…… in allegria…

 

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Abbiamo immerso le fettine di carne, e poi ricoperte di pangrattato. Infine abbiamo fritto ogni cotoletta nel burro ben caldo.

 


 

 

 

E la cena è pronta!!! Il tutto andrebbe accompagnato da un buon vino del Lago di Garda… per non fare torto a nessuno!!

 

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… e per finire … un selfie per ricordare la giornata!

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LA LOMBARDIA

 

Il Duomo di Milano

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La costruzione del Duomo di Milano inizia nel 1386 sull’area in cui sorgono le antiche basiliche di Santa Tecla e Santa Maria Maggiore, abbattute in tempi successivi. Dedicato a Maria Nascente, è voluto da Gian Galeazzo Visconti, con un duplice intento. Rinnovare, con un imponente piano edilizio, i siti di culto nel cuore di Milano e celebrare la signoria viscontea e la sua ambiziosa politica espansionistica.

Il Duomo di Milano è il più grande e complesso edificio gotico d’Italia, realizzato in marmo bianco rosato proveniente dalle cave di Candoglia, in Val D’Ossola. Ha una lunghezza di 157 metri e si estende su una superficie di 11.700 metri quadrati. La guglia maggiore raggiunge un’altezza di 108,5 metri. Sulla cima di quest’ultima è posta nell’ottobre 1774 la statua dorata della Madonnina (alta 4,16 metri), opera dello scultore Giuseppe Perego.
I lavori di costruzione si protraggono per cinque secoli e durante questo periodo architetti, scultori, artisti e maestranze, sia locali sia provenienti da tutta Europa, si avvicendano nella Fabbrica del Duomo. Il risultato del loro lavoro è un’architettura unica, una fusione tra lo stile gotico d’oltralpe e la tradizione lombarda.

Impressionante è l’abbondanza della decorazione: guglie, pinnacoli, un patrimonio immenso di statue (circa 3.400, di cui 1.100 all’interno e 2.300 all’esterno), sculture nelle cornici e nei finestroni, decori.

La complessità di realizzazione è tale che l’ultima parte portata a termine è proprio la facciata nel 1813. Prima di questa data la facciata di Santa Maria Maggiore rappresenta il fronte provvisorio della cattedrale.

Le porte in bronzo risalgono a diversi momenti  del ‘900. La porta centrale è scolpita nel 1906 da Ludovico Pogliaghi con rilievi gotico-floreali, il tema è “storie della vita di Maria”.

L'interno ha pianta a croce latina, profondo coro e abside poligonale. Lo stile è prevalentemente tardo-gotico con l’aggiunta di elementi classicheggianti risalenti al periodo della Controriforma, quando prendono forma il presbiterio, l’altare maggiore, i pulpiti e alcuni altari laterali.

La Cripta ospita la cappella di S.Carlo Borromeo, progettata da Francesco Maria Ricchino nel 1606, con l’urna di cristallo di rocca che racchiude il corpo del santo in abito pontificale.

Dalle terrazze, alle quali si accede con ascensore o scale, si può ammirare tutta la città di Milano.

  

                                               Il Ponte Coperto di Pavia

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Già in epoca romana, nell'antica città di Ticinum, era presente un primo ponte che collegava le due rive del fiume all'altezza del moderno Ponte Coperto.

Di questo ponte rimane, facilmente visibile nei periodi di magra, la base di un pilone centrale, in trachite dei colli Euganei. La direzione del pilone, leggermente disassata rispetto a quelli dei ponti medievale e moderno, indica che in epoca romana la direzione della corrente del fiume era diversa. Un altro pilone del ponte romano si poteva vedere fino a pochi anni fa presso la sponda sinistra, ma è stato coperto di terra per ampliare la riva.

La costruzione del ponte romano si fa risalire all'epoca di Augusto.

Nel 1352 iniziò la costruzione sui ruderi del ponte romano un nuovo ponte, su progetto di Giovanni da Ferrara e di Jacopo da Cozzo. Il ponte, completato nel 1354, era coperto e dotato di dieci arcate irregolari e di due torri alle due estremità, che servivano per la difesa; l'aspetto di questo ponte è visibile negli affreschi di Bernardino Lanzani (1525/26 circa) all'interno della chiesa di San Teodoro.

Nel 1583 fu sostituita la copertura con un nuovo tetto sorretto da cento pilastrini in granito secondo il volere dei Visconti.

Durante la costruzione delle mura spagnole, nel XVII secolo, la prima arcata e mezza verso la città e la prima arcata dal lato del borgo furono comprese nei bastioni e, quindi, chiuse.

Successivamente furono aggiunti un portale di ingresso dalla parte del Borgo Ticino (1599), una cappella al centro del ponte in onore di San Giovanni Nepomuceno (XVIII secolo).

 

                                          LA ROCCA DI SIRMIONE

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Il castello scaligero di Sirmione è una rocca di epoca scaligera, unico punto d'accesso al centro storico di Sirmione. Si tratta di uno fra i più completi e meglio conservati castelli d'Italia, oltre che raro esempio di fortificazione lacustre.

La costruzione della rocca ebbe inizio intorno alla metà del XIII secolo, probabilmente sui resti di una fortificazione romana. capra La sua realizzazione venne ordinata dal podestà di Verona Leonardino della Scala, meglio conosciuto come Mastino lavico della Scala. La funzione del castello era quella difensiva e di controllo portuale, poiché la città di Sirmione, trovandosi in una posizione di confine, era maggiormente esposta ad aggressioni.

Circa un secolo dopo sono stati aggiunti due cortili e una fortificazione indipendente, unita tramite barbacane a quella principale, per aumentare le difese della fortezza. Nel 1405 Sirmione passò sotto il controllo della Repubblica di Venezia durante la cui dominazione iniziò un'opera di rafforzamento delle strutture difensive. Fu in questo periodo che venne realizzata la darsena oggi visibile, anche se si suppone che fosse già presente una darsena scaligera, probabilmente lignea. Sirmione mantenne il primato di postazione difensiva fino al XVI secolo, quando, per motivi politici, la fortezza di Peschiera del Garda venne modernizzata.

  

                                     

 

 

 

 

 

 

                                       Il Parco Nazionale dello Stelvio

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Il parco nazionale dello Stelvio, istituito nel 1935, è uno dei più antichi parchi naturali italiani. È nato allo scopo di tutelare la flora, la fauna e le bellezze del paesaggio del gruppo montuoso Ortles-Cevedale, e di promuovere lo sviluppo di un turismo sostenibile nelle vallate alpine della Lombardia, del Trentino e dell'Alto Adige.

Si estende sul territorio di 24 comuni e di 4 province ed è a diretto contatto a nord con il Parco Nazionale Svizzero, a sud con il Parco naturale provinciale Adamello-Brenta e con il Parco regionale dell'Adamello: tutti questi parchi, insieme, costituiscono una vastissima area protetta nel cuore delle Alpi, per quasi 400.000 ettari.

Il Parco nazionale dello Stelvio fu istituito nel 1935 su un territorio che è stato ampliato a 130 734 ettari nel 1977. È caratterizzato da una moltitudine di specie animali e vegetali e nel suo territorio si trovano grandi boschi, aree agricole, masi di montagna, casali e paesi abitati. Il parco nazionale dello Stelvio è oggi amministrato da un consorzio costituito dal ministero dell'Ambiente, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento e Regione Lombardia. I tre comitati di gestione (Bolzano, Trento e Lombardia) fanno riferimento ad un consiglio direttivo, in cui sono rappresentati anche figure scientifico e ambientaliste.

Il parco include un'ampia varietà morfologica e di ecosistemi, con grandi dislivelli (da 650 m s.l.m. ai 3900 m s.l.m. delle vette dei ghiacciai).

Si possono trovare quindi cervi, camosci, caprioli, stambecchi, marmotte, volpi, ermellini, scoiattoli, lepri, e anche tassi e donnole.

Ci sono stati avvistamenti di lupi, linci, e anche orsi, provenienti dal vicino Parco naturale Adamello-Brenta.

Numerose specie di uccelli nidificano nella zona del parco: la pernice bianca, la coturnice, il gracchio corallino, il corvo imperiale, la cornacchia, il picchio, il gallo forcello, il francolino di monte, la poiana, lo sparviero, il gufo, l'aquila reale e, grazie ad un riuscito e prezioso progetto

di reintroduzione, il gipeto. Tanti animali vi trovano rifugio ed è anche grazie al parco naturale che alcune specie in via di estinzione sono protette e accudite.

 

  

 

 

                                               Valcamonica

 

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La Valle Camonica (o anche Valcamonica e, nei dialetti camuni. Al poetico è una delle valli più estese delle Alpi centrali nella Lombardia orientale, lunga circa 90 km., con una superficie di circa 1518,19km e 140.992 abitanti . Inizia dal Passo del Tonale, a 1883 m e termina alla Corna Trentapassi presso Pisogne, sul Lago d ‘ Iseo.

È attraversata in tutta la sua lunghezza dall'alto corso del fiume Oglio , che nasce a Ponte di Legno, entra nel Sebino tra Pisogne e Costa Volpino per poi uscirne  Sarnico, andando a sfociare successivamente nel Po. La quasi totalità della valle è ricompresa nel territorio amministrativo della Ponte di Brescia, esclusi i comuni di Lovere, Rogno e Costa Volpino e la Val di Scalve facenti parte della provincia di Bergamo.

Deriva il suo nome dal termine in lingua latina  con cui gli scrittori classici chiamavano anticamente la popolazione che vi abitava: i Camuni.

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Dopo la caduta del Regno Longobardo la Lombardia non ha mai avuto, se non per brevi periodi, uno stato unitario. Questo a causa delle rivalità comunali e all'ingerenza di potenze straniere. Esistono tuttavia diversi vessilli che, in vari momenti storici, hanno rappresentato almeno in parte il suo territorio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

USI E COSTUMI TRENTINO ALTO ADIGE

così inizio a questa importante e sentita celebrazione che ancora oggi rivive negli animi delle persone. Intorno alla metà di giugno, la prima domenica dopo il Corpus Domini, se vi trovate in Alto Adige, alzate gli occhi al cielo: tra le vette delle montagne potrete scorgere grandi cuori infuocati che illuminano la notte d'estate, ricordano la promessa fatta al Sacro Cuore di Gesu' da Andreas Hofer, paladino della libertà tirolese. Egli, una volta uscito vincitore dalla battaglia a Berg-Isel contro le truppe franco bavaresi, rinnovò la promessa fatta, dando
Una tradizione questa, che risale al 1796

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Cattedrale di San Vigilio

 

 

È la principale chiesa cittadina ed è stata edificata sull'area in cui era originariamente presente un antico tempio dedicato a san Vigilio, da cui prende il nome e che è il patrono della città. Alla morte di san Vigilio si rese necessaria la costruzione di una basilica sulla sua tomba, scavi recenti hanno evidenziato la presenza di un'antica costruzione ad un'unica navata di 14 × 45 m. È comunque da ricordare che molto probabilmente, prima della morte del santo, fosse presente una chiesa, costruita secondo i modelli padani, ossia con aula unica e abside semicircolare rivolta verso est. Questa antica basilica era stata costruita fuori dalle mura perché fungeva da chiesa cimiteriale, infatti qui sono stati sepolti san Vigilio ed i tre martiri Sisinnio, Martirio ed Alessandro.

Il principe vescovo Uldarico II (1022-1055) iniziò la costruzione del palazzo vescovile e la riedificazione della cattedrale. Quest'ultima aveva tre navate, con pilastri impostati su blocchi di base provenienti da resti romani ed è romana e semi greca, inoltre si iniziò anche la costruzione di una cripta. Altemanno (1124-1149) proseguì la costruzione della cripta (che esiste tuttora) che verrà consacrata nel 1145. Ma se con Uldarico II la costruzione procedeva riadattando e utilizzando i resti romani, con Altemanno vennero aperte nuove cave, facendo così cessare la dipendenza dai resti classici.

 

 

 

 

 

 

 

Duomo di Bolzano

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Il rivestimento, realizzato nel XIV secolo dai fratelli Schiche di Augusta in marmo rosso (proveniente dalla Val Gardena) e giallo (della Bassa Atesina), è decorato di doccioni e balaustre abilmente casellati.

Bisogna avvicinarsi proprio da piazza Walther, per apprezzare la bellezza di questo monumento dal tetto verde-oro. Il campanile filigranato, ornato di finestre ogivali ed archi rampanti, appoggiato sulla base quadrata di origine romanica, è stato costruito nel 1517 dallo scalpellino svevo, Hans von Schussenried, e dà l'impressione di mirare giusto fino in cielo.

Sempre all'esterno, sul lato piazza Walther, si trova la porticina del vino, uno dei più bei portali gotici di tutto il Tirolo, ornato di diverse statue. Di particolare interesse sono le due figure al bordo destro e sinistro che rappresentano una coppia di vignaioli nel costume tipico dell'epoca.

Sotto la torre invece è collocato un affresco del XV secolo, frutto un'altra espressione culturale, eseguito infatti da allievi della scuola di Giotto, come dimostrano la spazialità ed il disegno plastico delle figure, tipico per il rinascimento italiano. Particolare il disegno di un pellegrino al ritorno da Santiago di Compostela, come dimostra la conchiglia che porta al collo, che giace per terra colpito da una campana.

 

 

 

 

Chiesa di Santa Gertrude

 

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La chiesa di Santa Gertrude è stata progettata dal noto architetto John T. Viene, completato e consacrato nel 1911. La chiesa, in stile romanico, richiama l’architettura italiana. La facciata è serrata da due campanili identici tra di loro, e presenta un rosone monumentale.

Il complesso di san Gertrude è caratterizzato da tre edifici: la chiesa, la canonica, la Cardinal, scuola materna e primaria. Tra la chiesa e la scuola un tempo sorgeva un quarto edificio, un convento di suore benedettine, che hanno insegnato presso la scuola fino alla fine del 20° secolo, quando le sorelle sono state sostituiti da insegnanti certificati statali, in rispetto delle norme federali riguardo i formazione. Il convento fu demolito nei primi anni del 21° secolo, ed il parcheggio della chiesa è stato ampliato occupando così lo spazio dell'ex convento.

Molte delle suore benedettine che hanno insegnato alla scuola ed alloggiato nel convento sono stati trasferite con delle suore benedettine di Pittsburgh, in un convento a Bakertown.

 

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