mercoledì 15 febbraio 2017

USI E COSTUMI DELL'UMBRIA di Michele Marella

                            USI E COSTUMI DELL'UMBRIA


L’Umbria ha molte tradizioni che fanno rivivere i tempi lontani del Medioevo. Sono per lo più tradizioni religiose: feste e processioni. Le principali sono la Festa del Perdono ad Assisi, la Festa della Palombella ad Orvieto, la Festa di San Pancrazio a Calvi, la Festa dei Ceri a Gubbio, la Benedizione delle Acque del Trasimeno a Monte del Lago, la Processione Notturna Illuminata a Trevi.
Poi ci sono la Processione del Miracolo di Bolsena a Orvieto e il Cantamaggio a Terni e ad Assisi. Poi ci sono molti pellegrinaggi verso i Santuari sparsi in tutta la regione. Ad esempio quelli di Santa Maria degli Angeli ad Assisi, di Santa Rita a Cascia, della Madonna delle Lacrime a Trevi, della Madonna della Stella a Montefalco e della Madonna del Ponte a Narni. Durante la settimana Santa e la Pasqua si svolgono, in varie località, diverse rappresentazione Sacre.
In queste cerimonie, si ammira il dramma della Passione con brevi scene che ricordano le “laudi” del Medioevo. Le “laudi” erano composizione poetiche, in forma di dialogo, che raccontavano vicende della vita di Gesù, della Madonna e dei Santi.
Ci sono poi tradizioni del popolo. Alcune di esse risalgono addirittura ai tempi degli Etruschi e molte si riferiscono alle vicende fondamentali della vita dell’uomo. Quando nasce un figlio, ad esempio, c’è l’usanza di sradicare l’albero più bello e di piantarlo davanti alla casa. Poi lo adornano con fiori, ghirlande o preziosi. Poi, durante il Battesimo, lo si adagia sull’altare della Chiesa.
Quando invece la sposa entra per la prima volta nella propria casa, la suocera, sulla soglia, le offre un ramo di ulivo simbolo della pace domestica. Intanto il marito va in Chiesa e tira la corda della campana con i denti. In alcune città, specialmente a Gubbio, poi, ogni casa ha due porte. Una, grande, per l’ingresso e per le uscite abituali; l’altra, più stretta, la aprono solo in caso di lutto per far uscire il defunto.
Altre caratteristiche usanze riguardano il lavoro dei campi, specialmente la semina ed il raccolto. Un esempio della saggezza di questo popolo ce la offrono i loro motti ed i loro proverbi. È nato qui il famoso “Barbanera”, che ogni anno esce dai torchi di Foligno. È lui a impartire consigli saggi consigli ed informazioni a chi lavora la terra. Inoltre da infallibili previsioni meteo e su tutto ciò che si verificherà entro l’anno di importante.
                                           
                                            GLI STRUFOLI
 

                               

Gli strufoli sono un dolce di carnevale tipico dell'Umbria.
Ingredienti:
8 uova
8 cucchiai di olio extravergine d’oliva
8 cucchiai di zucchero
16 cucchiai di farina
1 bicchierino di mistrà e/o di rum
1 buccia di limone grattugiata
1 cucchiaino di lievito in polvere
aroma di vaniglia (facoltativo)
miele e alchermes per guarnire
olio per friggere

Per fare gli strufoli bisogna unire tra loro la farina, il lievito, l’olio di semi, la buccia di limone, lo zucchero, gli aromi ed i liquori. Impastare con energia il tutto per diversi minuti, per formare un composto consistente e alveolato. Aggiungere se serve un po’ di farine o all’occorrenza del latte. Lasciare riposare l’impasto per circa un’ora. Scaldare su una larga padella l’olio di semi.Prendere una cucchiaiata dell’impasto ed immergerlo nell’olio bollente. Quando risultano gonfi e dorati estrarli dall’olio e adagiarli su di una carta assorbente. Irrorare gli strufoli di alchermes e versarvi il miele sciolto a bagnomaria.
 

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